Le prospettive in campo terapeutico su obesità, antibiotico-resistenza e Covid

Le prospettive in campo terapeutico su obesità, antibiotico-resistenza e Covid

2 Febbraio 2023 di: Angelo Milazzo 0

Trattamento dell’obesità

Le principali novità nella cura dell’obesità provengono dai farmaci antidiabetici caratterizzati da una struttura analoga all’ormone GLP-1 e in grado di avere effetti benefici anche sul controllo della massa grassa. Questi sono stati approvati dall’FDA statunitense e dall’Agenzia Europea del farmaco (EMA) come opzione di trattamento per la gestione cronica del peso nei soggetti con obesità. Negli ultimi anni sono state condotte numerose sperimentazioni a partire dalla Liraglutide. Questo farmaco agisce non soltanto aumentando la secrezione insulinica a livello del pancreas, ma anche a livello del sistema nervoso centrale dove, legandosi ai recettori specifici del GLP-1, induce segnali di sazietà e di riduzione dell’appetito. La Società Italiana di Farmacologia ha diffuso una nota con cui afferma che può essere prescritta una terapia farmacologica nei soggetti con indice di massa corporea superiore a 30, in presenza di patologie o di altri fattori di rischio. Tutto ciò, sempre nei casi in cui la correzione dello stile di vita non risulti sufficiente. Tra questi farmaci il più facilmente disponibile attualmente in Italia è proprio la Liraglutide, già approvata da anni per il trattamento del diabete, da FDA, EMA e AIFA. 

Nel 2021 l’FDA ha autorizzato la Semaglutide, che, rispetto alla Liraglutide, ha il vantaggio di avere un’emivita molto più lunga, consentendo una sola somministrazione settimanale sottocutanea. Questo medicinale in Europa e in Italia attualmente è autorizzato solo come farmaco antidiabetico. Studi clinici controllati hanno dimostrato riduzione del peso corporeo, con perdite di oltre il 15% nella metà dei pazienti trattati, e fino al 20% in almeno un terzo di essi. La Tirzepatide, un farmaco recentemente approvato dall’FDA, ha dimostrato un’efficacia ancora più elevata. Il farmaco, molto innovativo, combina ad una sola molecola due principi attivi, il GLP-1 e il GIP (polipeptide insulinotropico glucosio-dipendente). In uno Studio pubblicato sul New England Journal of Medicine sono state riportate perdite di peso del 20-25% in una percentuale di pazienti molto elevata. Sono risultati straordinari, paragonabili a quelli che si osservano con la chirurgia batriatica. 

Nuovi farmaci contro i batteri resistenti

Il fenomeno dell’antibiotico-resistenza viene considerato dalle autorità sanitarie internazionali come un’emergenza di sanità pubblica sempre più grave. Molto interesse hanno quindi suscitato le ricerche di studiosi giapponesi, riportati su Nature Communications, riguardanti una nuova classe di antibiotici, denominati sferimicine. Questi hanno dimostrato poter funzionare su ceppi batterici resistenti a meticillina e vancomicina, nonché sul Mycobacterium Tubercolosis. Queste molecole bloccano la funzione di una proteina batterica denominata Mra Y, che è essenziale per la replicazione dei germi e la costruzione della loro parete cellulare, ma che non è un bersaglio degli antibiotici attualmente disponibili. La proteina è anche presente nei batteri gram-negativi. Gli scienziati stanno cercando di utilizzare la sferimicina come un’impalcatura sulla quale si potranno sintetizzare più agenti antibatterici mirati contro la Mra Y, e quindi contro ceppi multiresistenti.
Un gruppo di ricercatori svedesi ha sviluppato un nuovo spray in grado di uccidere anche i batteri antibioticoresistenti e che può essere utilizzato per la cura delle ferite e direttamente su impianti e dispositivi medici. Il materiale è costituito da piccole particelle di idrogel che inglobano peptidi antimicrobici, le cui proprietà sono note da molti anni. Nel loro stato naturale però i peptidi vengono rapidamente scomposti quando entrano in contatti con fluidi corporei come il sangue. Il problema è stato risolto dai ricercatori, legando i peptidi a particolari particelle. Gli studi sono stati pubblicati anche su International Journal of Pharmacology. L’effetto battericida dei peptidi, pari al 99,99%, dura fino a 48 ore a contatto con fluidi corporei. Particolarmente promettente si prospetta l’utilizzo quando si applicano cateteri.

Lotta contro il Covid

Le sottovarianti XBB.1.5 (Kraken), CH.1.1 (Orthus) e CA.3.1 hanno una capacità elevata di sfuggire alla risposta immunitaria ottenuta con tre dosi di vaccini a mRna monovalenti, realizzati in base al ceppo originario di Wuhan. Invece, la somministrazione anche di un solo richiamo con il più recente vaccino bivalente è in grado di ripristinare una buona protezione. Ciò è stato dimostrato anche da un recentissimo studio condotto presso l’Ohio State University. La protezione quindi dei vaccini bivalenti si dimostra finora soddisfacente anche nei confronti delle più recenti varianti e sottovarianti della “famiglia” Omicron.
Il nostro Ministero della Salute ha recentemente autorizzato tale vaccino contro le varianti Ba.4 e Ba.5, come richiamo per i bambini tra i 5 e gli 11 anni. Il vaccino è raccomandato per i bambini più fragili, ma può essere somministrato a tutti, su richiesta dei genitori. Il mix di anticorpi monoclonali Tixagevimab-Cilgavimab, commercializzato come Evusheld non è più autorizzato negli Stati Uniti. Infatti anche questo recente mix di anticorpi monoclonali ha dimostrato un’attività troppo ridotta contro il 90% delle attuali infezioni Covid registrate negli States. In particolare, tutti gli anticorpi monoclonali finora utilizzati risulterebbero poco efficaci contro le sottovarianti denominate Krake, Cerberus e Centaurus. Bisogna quindi puntare con ancora maggiore determinazione sui vaccini e sui farmaci orali.

Autore

Angelo Milazzo

Presidente Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale (Sipps),


Email: milazzo@cataniamedica.it

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