Sepsi: l’Università di Catania premia Melissa Mead

Sepsi: l’Università di Catania premia Melissa Mead

9 Marzo 2017 Redazione 0

Il 14 dicembre del 2014 William aveva soffiato sulle candeline del suo compleanno per la prima volta. Una
giornata di festa, nonostante da settimane il piccolo fosse debole e sofferente. Sua madre Melissa si era
accorta che non stava bene e lo aveva fatto visitare. William aveva un’infezione al torace, cominciata con una
normalissima tosse. Nessuno era riuscito a capire però che l’infezione stava peggiorando e nel piccolo corpo
diventava qualcosa di diverso: la sepsi, conosciuta nella forma più grave come setticemia. La grave infezione
in Italia ha un’incidenza maggiore dell’infarto con 60 mila morti ogni anno ed un tasso del 40-60% di mortalità  ospedaliera nelle forme più gravi. Adesso Melissa Mead è «una mamma senza un figlio» (A mother without a child), che attraverso la sua pagina Facebook e con video e interventi pubblici lavora perché nessuna altra donna provi il suo stesso dolore. La perdita di William l’ha trasformata in una guerriera. Combatte per far conoscere rischi e caratteristiche della sepsi, una malattia che ogni anno uccide più di quanti non cadano vittime delle forme più diffuse di tumore. La sua ultima battaglia è una campagna di sensibilizzazione promossa con il Ministero della salute e con Public Health England e The UK Sepsis Trust.” Venerdì 10 Marzo Melissa ha ricevuto nell’Aula Magna dell’Università Palazzo Centrale, la Medaglia al Merito dell’Università degli Studi di Catania. Sono intervenuti:
Francesco Basile -Magnifico Rettore dell’Università degli Studi di Catania
Salvatore Paolo Cantaro -Direttore Generale AOU «Policlinico-Vittorio Emanuele»
Riccardo Vigneri-Presidente Comitato Sicilia AIRC
Antonella Agodi-Healthcare AssociatedInfectionsNetwork, ICU -ECDC
Melissa Mead -UK SepsisTrust Ambassador
Nel corso degli ultimi due secoli, ed ancor di più a partire dal 900, l’aspettativa di vita degli esseri umani è
progressivamente aumentata e non solo nei paesi industrializzati, ma anche in aree povere del pianeta, pur in
un contesto di grave arretratezza dove non è diffuso un moderno sistema di protezione sanitaria.
Questi grandi progressi sono stati raggiunti grazie alle migliorate condizioni igieniche ed ambientali ed agli
sviluppi della medicina che hanno permesso il miglioramento di indicatori di salute e benessere tra cui, in
particolare, la mortalità infantile; con l’aumentare della vita media, inoltre, i sistemi sanitari si sono trovati ad
affrontare nuove sfide sia in termini di sostenibilità economica che di fronte all’insorgere di patologie collegate  all’invecchiamento. Le moderne patologie diffuse sono oggi rappresentate dalle nuove grandi infezioni, dalla insorgente cronicità e da una serie di epidemie “invisibili”, come la sepsi, che si manifestano trasversalmente; ricerca globale e impegno della comunità scientifica e dei decisori politici non sono sufficienti da soli ad arginare un fenomeno che sempre più necessita di coinvolgimento sociale, alleanza con gli utenti e testimonial delle nuove sfide.

 

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Redazione

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