“Maledetta primavera?” Le pollinosi aumentano anche a causa dell’inquinamento

“Maledetta primavera?” Le pollinosi aumentano anche a causa dell’inquinamento

6 Aprile 2023 di: Angelo Milazzo 0

Pollinosi

La pollinosi è una reazione che si manifesta in soggetti ipersensibili a pollini di specifiche famiglie di erbe, di fiori e di alberi. I pollini anemofili (aerotrasportati) rappresentano i principali agenti delle patologie. Vengono ampiamente diffusi nell’ambiente e, a causa delle loro dimensioni ridotte, possono essere inalati e possono penetrare nelle vie respiratorie. I calendari pollinici consentono di farsi un’idea generale sulla concentrazione di determinati pollini nei diversi periodi dell’anno e nelle varie regioni geografiche. Vengono elaborati dai Centri Nazionali di Aerobiologia e dalle Regioni. Nel tempo, è stato possibile rilevare: 

  • il progressivo aumento dei casi di sensibilizzazione, soprattutto nei confronti di alberi a fioritura precoce, quali: Cupressacee, Betullacee, Corylacee; 
  • la diffusione di pollini da piante esotiche, introdotte a scopo ornamentale o di rimboschimento, nonché come inquinanti di sementi agricole importate da altri continenti, come, ad esempio, le Ambrosie.

Nel’attuale stagione primaverile la fanno da padrone i pollini di piante erbacee, come le Urticacee (soprattutto la famigerata Parietaria) e le Graminacee. Pollinano anche numerosi alberi, tra i quali Betullacee, Corylacee, Fagacee, Platani e Pini. Particolare diffusione hanno avuto i pollini dei Cipressi. Hanno confermato la loro enorme diffusione i pollini di Oleace (Frassino e soprattutto Olivo). Durante la prossima stagione estiva ci aspettiamo una diffusione di Composite (Ambrosia e Artemisia) e una particolare persistenza delle Urticacee, tra le quali la Parietaria Judaica rappresenta alle nostre latitudini un autentico flagello.
L’ Accademia Europea di Allergologia e Immunologia (EAACI) Clinica afferma che sono 100 milioni i cittadini europei che soffrono di rinite allergica e 70 milioni di asma. Le terapie a base di antistaminici e di corticosteroidi per via inalatoria o topica risultano spesso efficaci nel dominare i sintomi, ma andrebbero condotte sempre sotto controllo medico.

Smog alleato dei pollini

Uno Studio tedesco, guidato dal Max Plank Institute e pubblicato su Frontiers Allergy, ha dimostrato che il polline “cattura e trasporta” alcuni inquinanti atmosferici, come l’ozono, il biossido di azoto (NO2) e il particolato. Quindi li rilascia nelle vie respiratorie e sulle mucose, intensificando nei soggetti allergici le manifestazioni di ipersensibilità agli allergeni e provocando irritazioni anche nei soggetti non allergici, con conseguenti riniti, congiuntiviti, tossi, sintomatologie asmatiche. Gli inquinanti possono quindi alterare il potenziale allergico e infiammatorio del polline. Entrano nel polline e, una volta raggiunte le mucose, vengono liberati potenziando i sintomi del paziente allergico. Ma scatenano anche reazioni simil-allergiche nelle persone non propriamente allergiche, ma che hanno una soglia abbastanza alta di sensibilizzazione. Lo Studio dimostra che alcuni pollini, come ad esempio quelli delle graminacee, innescano l’iperattivazione dei Toll-like receptors 4 (TLR4). Questi recettori cellulari attivano le reazioni di tipo allergico del sistema immunitario, anche in chi non soffre di allergie. Anche Studi italiani hanno dimostrato che clima e smog sono responsabili anche dei valori record di concentrazioni di pollini molto superiori alla media registrati quest’anno. Siamo passati da concentrazioni di 200 pollini totali per metro cubo nei giorni di picco di 5 anni fa ai 2000 attuali, ben 10 volte di più.
Inquinamento e cambiamenti climatici sono stati i temi della recente Giornata Nazionale del Polline, organizzata dalla Società Italiana di Aerobiologia, Medicina e Ambiente  (Siama) e dalla Società di Allergologia, Asma e Immunologia Clinica (Siaaic).

Autore

Angelo Milazzo

Presidente Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale (Sipps),


Email: milazzo@cataniamedica.it

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