Emofilia B, novità in campo terapeutico

Emofilia B, novità in campo terapeutico

14 Marzo 2023 di: Angelo Milazzo 0

Fattore IX ricombinante a emivita prolungata

L’Emofilia B, legata alla carenza del fattore IX della coagulazione, è una malattia rara cha riguarda un nuovo caso ogni 30-50 mila nati maschi, ossia circa mille cittadini italiani. Si manifesta quasi esclusivamente nei maschi, mentre le donne possono essere portatrici sane, e si eredita attraverso il cromosoma X. Meno rara è l’emofilia A, causata dal deficit del fattore VIII della coagulazione, e che riguarda uno ogni 5-10 mila nati maschi. Entrambe le patologie sono caratterizzate da frequenti sanguinamenti, anche a seguito di minimi traumi. La gravità e la frequenza degli episodi emorragici dipendono dal livello di attività biologica residua del fattore della coagulazione coinvolto. Se l’attività del fattore è inferiore all’1% la malattia viene definita grave. Per una attività tra l’1% e il 5% si considera “moderata”.
L’obiettivo da raggiungere con le terapie nell’Emofilia B è quello di mantenere i livelli di attività del fattore IX per il maggior tempo possibile nel range di “non emofilia”. Il fattore IX ricombinante ad emivita prolungata, denominato Nonacog Beta Pegol fornisce livelli medi del fattore IX (through level) che contribuiscono a controllare i sanguinamenti tra una somministrazione e l’altra. I risultati degli studi hanno dimostrato una prevenzione ottimale degli emartri e una buona conservazione dello status osteo-articolare. Inoltre, il farmaco contribuisce validamente al controllo delle emorragie negli interventi di chirurgia maggiore. 

Terapia genica

Molto recentemente la Commissione Europea ha concesso l’autorizzazione all’immissione in commercio dell’Etranocogene Dezaparvovec (Hemgenix). Questo farmaco rappresenta la prima e unica terapia genica per il trattamento dell’Emofilia grave o moderatamente grave da carenza congenita del Fattore IX, senza concomitanza di inibitori del fattore IX. Il farmaco sarà quindi disponibile in tutti i Paesi dell’Unione Europea. La terapia genica è stata approvata negli Stati Uniti nel Novembre 2022. È stata autorizzata con un prezzo di 3,5 milioni di dollari, il che la rende il trattamento più costoso della storia. Il trattamento prevede l’infusione una tantum di un gene funzionale che funge da modello per il fattore IX della coagulazione. Si basa su un vettore virale adeno-associato di tipo 5 (Aav5). Il vettore trasporta il gene della variante Padova, variante presente in natura del fattore IX (FIX-Padova), che genera proteine FIX 5-8 volte più attive del normale. I risultati dello Studio cardine HOPE-B hanno dimostrato che i pazienti trattati hanno beneficiato di un aumento stabile e duraturo dell’attività media del Fattore IX. Dopo aver ricevuto la terapia genica, il 96% dei pazienti ha interrotto la profilassi di routine con il fattore IX, e il consumo medio è risultato essere stato ridotto del 97% a 18 mesi dal trattamento rispetto al periodo iniziale. L’analisi a 24 mesi ha continuato a dimostrare livelli molto elevati di efficacia e di sicurezza, senza eventi avversi correlabili. Quindi Hemgenix elimina la necessità della profilassi di routine, migliorando nettamente sanguinamenti e qualità della vita delle persone affette dalla patologia. Dovrebbe anche rivelarsi nettamente migliorato lo status delle persone già debilitate da emorragie nei muscoli, nelle articolazioni e negli organi interni. 

Autore

Angelo Milazzo

Presidente Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale (Sipps),


Email: milazzo@cataniamedica.it

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