Variante Delta, rischi molto limitati per i soggetti già vaccinati: «Bisogna stare attenti, ma senza cadere in facili pessimismi» 

Variante Delta, rischi molto limitati per i soggetti già vaccinati: «Bisogna stare attenti, ma senza cadere in facili pessimismi» 

9 Luglio 2021 di: Angelo Milazzo 0

I media diffondono notizie relativamente allarmanti sulla diffusione della cosiddetta “variante Delta” (B.1.167.2), denominata anche come “variante Indiana” in tutto il pianeta. In Italia, l’indagine più recente del 22 giugno 2021 condotta dall’ISS, dal Ministero della Salute, dai laboratori regionali e dalla Fondazione Kessler indica una prevalenza della variante Delta del 22,7%. Nel contesto italiano, in cui la campagna di vaccinazione non ha ancora raggiunto coperture sufficienti in tutte le fasce d’età, la diffusione di varianti a maggiore trasmissibilità potrebbe avere un impatto rilevante.
In atto però continuiamo a registrare un crollo del 90-95% dei ricoveri, rispetto ai mesi in cui non avevamo ancora disponibili i vaccini. Come affermato anche dall’EMA e dal nostro ISS, in Italia è fondamentale continuare il tracciamento sistematico dei casi per individuare i focolai, operazione possibile in periodi come questo di bassa incidenza. Tutte le Autorità Sanitarie e tutti gli Studi riaffermano inoltre la necessità di completare i cicli vaccinali, che continuano a garantire protezioni molto soddisfacenti. Bisogna quindi stare molto attenti, ma senza cadere in facili pessimismi. Finora hanno indotto un certo allarme le notizie provenienti da Israele, Paese nel quale è stata identificata la variante Delta nel 90% dei nuovi casi. Ebbene, la protezione contro i casi gravi o che necessitano di ospedalizzazione, nei soggetti con doppia dose di vaccino, ha conservato un eccellente quota del 93%, dato solo lievemente inferiore al 98,2% registrato nel maggio scorso, prima della diffusione della variante.
Nei confronti dei casi lievi, la protezione sembra invece essere scesa al 64%, rispetto al 94,3% precedente. Analoghi sono i dati che arrivano dal Regno Unito, anche se viene confermata una capacità di trasmissione della Delta del 60% superiore, rispetto alla variante Alfa, denominata anche “variante Inglese”. Dati delle autorità sanitarie inglesi, pubblicati sulla prestigiosa rivista Nature, riportano che una doppia dose di vaccini della Pfizer mantiene una capacità di protezione dell’88%, rispetto al 93% che si verifica nei confronti della variante Alfa (Inglese). Una doppia dose del vaccino della Astra-Zeneca garantisce una protezione del 60%, rispetto al 66% che verificano con la variante Alfa.
In conclusione, è importante completare il ciclo vaccinale con la doppia dose, soprattutto utilizzando i vaccini a Rna-messaggero (Pfizer e Moderna), questo rappresenta ancora un’eccellente protezione nei confronti delle forme gravi causati dalle nuove varianti. Inoltre è necessario che i medici e tutti gli operatori sanitari continuino a utilizzare tutti i DPI, ed in particolare le mascherine, almeno di tipo FFP2.

Dott. Angelo Milazzo, Medico Pediatra

Autore

Angelo Milazzo

Presidente Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale (Sipps),


Email: milazzo@cataniamedica.it

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