Rapporto Eurispes: più della metà degli italiani boccia il SSN

Rapporto Eurispes: più della metà degli italiani boccia il SSN

27 Gennaio 2017 Massimo Buscema 0

A creare più disagi sono le lunghe liste di attesa. Il 54,3% degli intervistati si dice, infatti, non soddisfatto del sistema sanitario, contro il 45,6% che si è espresso favorevolmente. Un indice di gradimento che non ha subito particolari cambiamenti negli ultimi anni: nel 2010 i giudizi positivi erano più bassi (41,7%), quelli negativi più alti di 15 punti. Chi naturalmente deve riflettere ancora una volta su questi dati, certamente allarmanti, siamo noi medici. Da cosa nasce questa insoddisfazione? Certamente da una organizzazione del sistema non ottimale e non da una mancanza di professionalità da parte dei medici. Sarebbe un grave errore trasformare questi dati in un atto di accusa contro la nostra categoria e di tutti gli operatori che ogni giorno ci stanno accanto con il loro lavoro. La nostra pretesa, allora, di essere interlocutori principali quando si parla di programmazione e politica sanitaria è pienamente giustificata anche alla luce di questi sondaggi. Ma continuiamo ad analizzare i risultati.  Il 50,5% del campione preferisce generalmente rivolgersi agli ospedali pubblici per le cure specialistiche e interventi chirurgici, mentre il 25,7% sceglie le strutture private. Il 23,8% sottolinea, d’altra parte, di non potersi permettere le cure private. Il disagio più frequente segnalato dai cittadini sono le lunghe liste di attesa per visite ed esami medici (75,5%): il 53,2% ha dovuto attendere troppo per interventi chirurgici e il 48,9% indica una scarsa disponibilità del personale medico ed infermieristico. Nel 42,2% dei casi si denunciano strutture mediche fatiscenti, nel 41,8% condizioni igieniche insoddisfacenti. Oltre un terzo (34,1%) di quanti si sono rivolti alla sanità pubblica ha poi sperimentato errori medici. Quanto alle spese, nell’ultimo anno il 31,9% dei cittadini ha rinunciato alle cure dentistiche a causa dei costi eccessivi, il 23,2% a fisioterapia-riabilitazione, il 22,6% alla prevenzione e il 17,5% ha sacrificato persino medicine e terapie. Solo il 57,8%, si dice fiducioso nell’efficacia dei vaccini antinfluenzali, mentre il 73,9% si fida dei vaccini dell’infanzia (una persona su quattro invece non si fida). Oltre un italiano su 5 (21,2%) fa uso di medicinali non convenzionali (+6,7% rispetto al 2012). L’omeopatia è la cura alternativa più diffusa (76,1%). La fitoterapia si colloca al secondo posto (58,7%), seguono l’osteopatia (44,8%), l’agopuntura (29,6%) e la chiropratica (20,4%).

Autore

Massimo Buscema

Dal 2011 il professore Massimo Buscema (specialista endocrinologo) è Presidente del Consiglio dell'Ordine dei Medici e degli Odontoiatri della Provincia di Catania.


Email: presidente@cataniamedica.it

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