Flora intestinale e rischio trombosi

Flora intestinale e rischio trombosi

18 Maggio 2017 Redazione 0

I batteri della flora intestinale sono in grado di trasformare la colina, un nutriente che si trova in alimenti di origine animale e vegetale (fegato, tuorlo d’uovo, germe di grano, germi di soia ecc..), in una sostanza che aumenta il rischio di formazione di coaguli in circolo. Lo conferma uno studio condotto da Stanley L. Hazen e colleghi della Clinica di Cleveland in Ohio pubblicato su Circulation. I ricercatori avevano già dimostrato, in studi precedenti, che la produzione batterica di TMAO (trimetilammina N-ossido, metabolita derivato dalla fermentazione della flora intestinale) dalla colina e da altre sostanze nutritive contribuisce allo sviluppo di malattie cardiovascolari, e che elevati livelli di TMAO nel sangue erano associati ad un aumento del rischio di trombosi.

Lo studio
In questo nuovo studio, ancora in corso, gli stessi ricercatori hanno fornito supplementi di colina per via orale a 18 volontari, tra cui otto vegani/vegetariani, e poi misurati i livelli di TMAO, insieme alla reattività piastrinica dei 18 volontari. Si è così evidenziato che dopo aver preso i supplementi per un massimo di due mesi, i partecipanti hanno mostrato un aumento di 10 volte dei livelli ematici di TMAO e hanno mostrato anche significativi aumenti nella reattività piastrinica che è direttamente correlata al livello TMAO.

E l’aspirina?
Gli scienziati hanno poi verificato che l’aspirina ha ridotto sia gli aumenti di TMAO, che gli aumenti della coagulazione delle piastrine associate alla colina, ma non li ha completamente eliminati. Secondo i ricercatori stessi, in conclusione, non è possibile dire con certezza perché l’aspirina riduca l’aumento di TMAO, ma va ricordato, come osservano in una nota, che l’aspirina era già stata segnalata come farmaco in grado di alterare l’assetto del microbioma intestinale. Questi risultati sono particolarmente preoccupanti, secondo gli autori, per le persone a rischio cardiovascolare elevato, il cui aumentato rischio di trombosi non può essere risolto con aspirina a basso dosaggio. Vale la pena dunque di proseguire con ulteriori studi e anche di verificare se l’aspirina a basso dosaggio possa essere utilizzabile e vantaggiosa per il trattamento di persone altrimenti sane ma con elevati livelli di TMAO.

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Redazione

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