Covid-19, Omicron contagerà quasi tutti? 

Covid-19, Omicron contagerà quasi tutti? 

17 Gennaio 2022 di: Angelo Milazzo 0

La variante “lignaggio B.1.1.529” del virus Sars-Cov-2 è stata denominata Omicron. La sottovariante più diffusiva si è rivelata essere la BA. 1. Omicron è stata rivelata per la prima volta in Botswana il 9 novembre 2021 e il 26 novembre il WHO (World Health Organization) l’ha considerata Variant of Concern e le ha attribuito per l’appunto la lettera greca Omicron.
Questa variante ha un numero molto elevato di mutazioni (almeno 58), molte delle quali sono nuove ed interessano il peplomero, conosciuto come proteina spike. Queste mutazioni le conferiscono caratteristiche di contagiosità almeno 70 volte superiori alla Delta, con cui convive, ma che sta rapidamente sostituendo nella diffusione, su tutto il Pianeta.
Volendo semplificare una situazione in realtà sempre più complessa, si può affermare che Omicron causa minor rischio di finire in Ospedale, di aver bisogno di cure in terapia intensiva e di decesso, rispetto a chi contrae la Delta.

Fra i numerosi Studi, uno dei più recenti ed autorevoli è stato condotto dall’Università di Berkeley e in tutto il Sud della California. I dati elaborati hanno evidenziato un minor rischio di ricovero del 52%, di finire in terapia intensiva del 74%, di morte del 91%. La diversa patogenicità dovrebbe essere legata alla minore capacità di provocare lesioni nell’ambito del tessuto polmonare, pur con una formidabile capacità di infettare le mucose delle prime vie aeree e dell’albero respiratorio. Questa patogenicità cozza in maniera stridente con i dati quotidiani, che registrano saturazioni progressive degli Ospedali, nonché 300-350 decessi al giorno.
Dobbiamo però considerare che, solo nel corso delle ultime settimane, un numero realmente incalcolabile di soggetti sono stati infettati. I test ne hanno fatti rilevare centinaia di migliaia, ma in realtà ce ne saranno stati almeno 1-2 milioni di asintomatici. Di questa massa i soggetti non vaccinati, i soggetti fragili, quelli con pluripatologie continuano a sviluppare forme gravi, da complicanze multiorgano, che possono richiedere cure presso le terapie intensive e che possono portare all’exitus. Studi condotti anche nel Regno Unito hanno purtroppo evidenziato una soddisfacente protezione solo nelle persone coperte da tre dosi di vaccino. Anche dopo due dosi molti soggetti hanno manifestato sintomi simil-influenzali, ma anche estremamente intensi, tipo febbre, algie osteoarticolari, tosse, malessere generale molto marcato, spossatezza, etc.

I numeri sono realmente da pandemia. In Africa i contagi rilevati sono aumentati dell’84% alla settimana, negli States del 400-500% nell’ultima settimana.
Le considerazioni dell’autorevolissimo virologo americano Anthony Fauci sono state laconiche. «Con il livello di trasmissibilità senza precedenti di Omicron, alla fine il virus raggiungerà quasi tutti. Molto probabilmente i vaccinati se la caveranno, nel senso che non finiranno in Ospedale e non moriranno, mentre i non vaccinati rischiano un impatto grave».
Sono numeri che hanno già indotto alcuni Stati, in primis Israele e la Danimarca, a programmare una ulteriore campagna vaccinale, mediante una “quarta dose”.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità, assieme a molti studiosi, ha indicato però la strada maestra di una nuova produzione di vaccini, profondamente riformulati, adatti a proteggere specificamente contro le varianti Delta e, soprattutto, Omicron. Sono personalmente convinto che Pfizer e altre Aziende tale tipologia di vaccini l’abbiano già realizzata. Sono le Autorità che debbono facilitarne le sperimentazioni, accelerare le autorizzazioni, favorirne poi la distribuzione.
Omicron riesce ad eludere anche buona parte dell’efficacia degli anticorpi monoclonali, che avevano finora dato risultati molto lusinghieri. Mantiene una buona efficacia il recente anticorpo denominato Sotrovimab. La Lilly ha già prodotto un monoclonale molto specifico conto Omicron, denominato Bebtelovimab, che è in attesa di una autorizzazione di emergenza da parte dell’FDA. 

 

 

Autore

Angelo Milazzo

Presidente Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale (Sipps),


Email: milazzo@cataniamedica.it

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