Covid-19, intestino e sistema nervoso centrale

Covid-19, intestino e sistema nervoso centrale

14 Settembre 2022 di: Angelo Milazzo 0

Covid e intestino

La malattia complessa denominata Covid-19 annovera, tra gli altri, anche una serie di sintomi gastrointestinali, prima fra tutti la diarrea. Ricerche recenti hanno indicato che questi sintomi correlano con la gravità della malattia. Uno studio pubblicato sulla rivista internazionale Gut ha riportato la scoperta che le cellule specializzate per sintetizzare e rilasciare la serotonina all’interno dell’intestino avevano una espressione particolarmente elevata dei recettori NRP1, ACE2, TMPRSS2, tutti utilizzabili dal virus Sars-Cov-2. Molti geni correlati al Covid-19 sono stati trovati espressi nelle varie tipologie di cellule che rivestono la parete intestinale. Ma solo le cellule che producono serotonina hanno espresso tutti e tre i recettori per il virus. Questo studio aggiunge ulteriori prove che il Sars-Cov-2 ha molte probabilità di infettare le cellule dell’intestino e aumentare i livelli di serotonina. Tutto ciò, attraverso effetti diretti su specifiche cellule intestinali, può peggiorare gli esiti della malattia. L’intestino svolge quindi un ruolo importante in molti casi della malattia. Gli antidepressivi inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI) potrebbero ridurre la gravità della malattia con importante sintomatologia gastrointestinale. 

Sequele neurologiche e neuropsichiatriche

Covid-19 può causare complicanze neurologiche e neuropsichiatriche, anche di lungo periodo. Tuttavia, non conosciamo ancora quali cellule cerebrali vengano elettivamente attaccate dal virus, come vengano danneggiate, direttamente o indirettamente, e che cosa renda gli individui vulnerabili o resistenti a tali complicazioni. La Comunità Europea ha finanziato a tal fine un’importante ricerca, che coinvolge 8 Istituti di 7 Paesi, con capofila i ricercatori dell’Istituto Human Technopole. 
Tra le complicanze a lungo termine annoveriamo: compromissione del senso dell’olfatto e del gusto, ridotta capacità di concentrazione, deficit cognitivi e di memoria, psicosi ed epilessia, oltre alle conseguenze di ictus e delle altre alterazioni cerebrovascolari.
Un sottogruppo di pazienti affetti da Long-covid presenta livelli di “fatigue” e intolleranza all’esercizio tali da soddisfare i criteri diagnostici per la sindrome da stanchezza cronica (chronic fatigue syndrome: CFS). I risultati di uno studio prospettico appena pubblicato su Nature Communication rafforzano l’evidenza che la sindrome da stanchezza cronica (CFS) è una possibile sequela dell’infezione da virus Sars-Cov-2. Viene riconosciuta una forma più grave della fatigue, la Encefalomielite Mialgica (ME/CFS), caratterizzata da profonda fatigue mentale e fisica, malessere post-sforzo, post exercise malaise (Pem). In questa condizione, l’esercizio fisico-mentale induce un peggioramento dei sintomi per almeno 14 ore, caratterizzato da dolore cronico, intolleranza ortostatica e decadimento cognitivo. Le difficoltà a gestire la vita quotidiana e il burden dei sintomi è simile a pazienti con ME/CSF post-infettiva legata ad altri agenti virus influenzali, gastroenteriti, e, soprattutto Epstein Barr Virus.
L’EBV è infatti l’unico virus che manifesta delle significative similitudini con il Sars-Cov-2. Le epidemie da Covid, ancora in atto con diffusione ad ondate successive legate alle continue varianti, aumenteranno negli anni in modo drammatico il numero dei pazienti affetti da tutte le varietà e le tonalità della complessa “sindrome da stanchezza cronica”. I dati di laboratorio suggeriscono abitualmente un basso livello di infiammazione e l’ipoperfusione come potenziale meccanismi patogenetici. I pazienti debbono essere identificati in uno stadio molto precoce di malattia, in modo da adottare interventi di pacing e coping. La ricerca deve studiare i meccanismi sottostanti e individuare bersagli per specifici approcci terapeutici.  

 

Autore

Angelo Milazzo

Presidente Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale (Sipps),


Email: milazzo@cataniamedica.it

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