Comunicato stampa

Comunicato stampa

23 Settembre 2016 Redazione

Catania, 21 Settembre 2016

Ancora una volta si registra un atto di violenza ai danni di un medico e l’Ordine dei medici ritiene che non basti l’indignazione e la solidarietà ma vi sia la necessità di provvedimenti per garantire la sicurezza di chi svolge la propria professione in ambito sanitario.

“Solo qualche mese fa come Ordine dei medici della provincia di Catania presentammo pubblicamente un dossier completo di foto e video che documentavano la grave insicurezza dei sessanta presidi di Guardia medica attivi nei festivi e durante le ore notturne – afferma il Presidente professor Massimo Buscema – quasi nulla è cambiato perché, puntualmente, appena si spengono i riflettori dei media sull’ultimo episodio, tutto torna come prima ed i medici restano in balia di balordi e delinquenti. Ecco perché oggi non possiamo limitarci ad essere solidali con la collega dell’Ospedale Vittorio Emanuele che al Pronto soccorso è incappata nell’ennesimo episodio di violenza scaturito stavolta dalla volontà della stessa di registrare per iscritto un allontanamento di circa 30 minuti da parte di una paziente, che si trovava in osservazione, senza il consenso del medico”.

“Siamo consapevoli – continua Buscema – che non è la prima volta che succedono cose del genere: viene chiesto di modificare i referti, altre volte di eseguire radiografie o altri esami senza che ce ne sia bisogno. E se chiedere una maggiore cultura dell’emergenza-urgenza può apparire utopia non lo è senz’altro intensificare i controlli di videosorveglianza che quantomeno agiscono da deterrenti e dare priorità alla sicurezza dei sanitari tutti. Ieri la Guardia medica, oggi il Pronto soccorso ma quanti episodi non vengono denunciati e quanti medici vengono minacciati solo perché svolgono correttamente il loro dovere. Agli amministratori della sanità pubblica chiediamo per questo di essere ancora più risoluti nella richiesta alle istituzioni preposte all’ordine pubblico di vigilanza e rigore per garantirci di lavorare in sicurezza”.

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