Rischio terremoto e sanità etnea, meglio pensarci prima…

Rischio terremoto e sanità etnea, meglio pensarci prima…

31 Ottobre 2016 di: Massimo Buscema 0

La forte attività sismica registrata nell’Italia Centrale rende necessarie considerazioni ed urgenti richieste da parte della categoria che sarà la prima ad essere interessata nel malaugurato caso che un episodio tellurico avvenisse nella nostra città ed in provincia: i medici. Ecco perchè nella qualità di presidente dell’Ordine ritengo importante e vitale rivolgere una serie di appelli forti a tutte le autorità preposte affinché noi medici si possa agire ed intervenire con adeguate strutture ed apparecchiature sulla popolazione colpita. Il primo riguarda le simulazioni. Spesso, purtroppo, viene sottovalutata l’importanza della esercitazione. Ed invece proprio gli ospedali dovrebbero periodicamente verificare attraverso la mobilitazione improvvisa di tutto il personale la capacità di pronta risposta ad un evento sismico. Ma gli edifici saranno agibili? Ed ecco l’altro accorato appello. Immediata ricognizione dei vetusti ospedali etnei di cui possediamo già i risultati di una indagine pubblicata nel giugno 2013 dalla Commissione parlamentare d’inchiesta sulle “Condizioni strutturali degli ospedali ubicati in zona a rischio sismico”. Furono verificati a campione duecento ospedali italiani e nella nostra provincia i due presidi di Caltagirone (il Santo Pietro ed il Gravina), Paternò ed alcuni poliambulatori (Adrano, Mirabella Imbaccari e San Michele di Ganzaria). I dati, più che allarmanti per la Sicilia e per la nostra provincia, sono passati colpevolmente inosservati senza dare il via a piani straordinari come quelle conclusioni avrebbero dovuto far avviare il più rapidamente possibile. Ma in questa occasione quando tutti parlano di prevenzione i medici hanno l’obbligo etico, e non solo, di far sentire la loro voce e denunciare la fortissima vulnerabilità sismica di buona parte degli ospedali di Catania e provincia. Vorrei a questo proposito ricordare che solo dopo il 1996 sono stati introdotti, per la progettazione degli edifici di primaria importanza come gli ospedali, dei criteri finalizzati a limitare anche il danneggiamento delle parti non strutturali e degli impianti. E tutto questo l’Ordine dei medici di Catania lo ha appreso con frequenti confronti con gli altri Ordini professionali che, ognuno per le proprie competenze, ha fatto sempre emergere un quadro provinciale che evidenzia la nota e diffusa vetustà delle strutture ospedaliere esistenti. Quali capacità avremmo noi medici di garantire le prestazioni previste nel corso dell’evento sismico? Poche, pochissime! Eppure le verifiche per la riduzione del rischio sismico sono state introdotte dall’ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri 20 marzo 2003, n. 3274, e per esse sono stati anche assegnati finanziamenti con il decreto-legge 30 settembre 2003, n. 269, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 novembre 2003, n. 326 (articolo 21-bis: Istituzione di un Fondo per interventi straordinari). Ecco allora l’ultimo, ma non meno importante dei precedenti, appello affinché venga convocata una conferenza dei servizi provinciale nella quale gli Ordini professionali possano esprimere le loro proposte con tempi e scadenze ben definite. I medici sono pronti ad assumersi le loro responsabilità, come hanno sempre fatto, ma bisogna che le  istituzioni ci mettano in grado di poter lavorare in tutte le condizioni, anche quelle più difficili come un evento sismico potrebbe determinare improvvisamente.

 

Autore

Massimo Buscema

Dal 2011 il professore Massimo Buscema (specialista endocrinologo) è Presidente del Consiglio dell'Ordine dei Medici e degli Odontoiatri della Provincia di Catania.


Email: presidente@cataniamedica.it

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