«Non si può morire di lavoro: serve un intervento urgente e strutturale»

«Non si può morire di lavoro: serve un intervento urgente e strutturale»

2 Ottobre 2025 di: Staff I-Press 0

Nota dell’OMCeO etneo

CATANIA – L’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della provincia di Catania esprime profondo cordoglio per la tragica scomparsa della dott.ssa Maddalena Carta, medico di medicina generale a Dorgali (NU), deceduta a soli 38 anni a seguito di una polmonite complicata da problemi cardiaci, dopo aver continuato a visitare i propri pazienti e quelli di due colleghi ammalati, nonostante il suo cattivo stato di salute.
Quella della dott.ssa Carta è a tutti gli effetti una morte sul lavoro, che chiama in causa le gravi criticità strutturali in cui versa da anni la medicina territoriale in Italia. Un carico assistenziale abnorme (in Sardegna si contano più del 35% di posti vacanti di MMG), la solitudine professionale e l’assenza di supporto adeguato hanno trasformato l’impegno per la salute pubblica in una condizione di rischio personale inaccettabile.
«Non possiamo più sopportare che chi cura venga lasciato morire di lavoro – ha affermato Alfio Saggio, presidente dell’Ordine dei Medici di Catania – La collega Maddalena Carta ha pagato con la vita l’enorme peso che grava quotidianamente su tanti medici di base, spesso soli nel presidiare territori interi. Quanto accaduto è il risultato di anni di carenza di programmazione e di una profonda sottovalutazione del ruolo centrale della medicina generale».
L’Ordine dei Medici di Catania pertanto chiede, insieme alla FNOMCeO, il riconoscimento della morte sul lavoro per la dott.ssa Carta, l’attuazione urgente di un piano straordinario per la medicina generale, che includa: un incremento delle borse per la formazione dei MMG, il riequilibrio dei carichi assistenziali, personale di supporto amministrativo e sanitario negli ambulatori, misure concrete per la tutela della salute e della sicurezza dei medici di famiglia.
«Anche in Sicilia numerosi ambulatori restano privi di medico titolare specialmente nelle zone svantaggiate – ha aggiunto il presidente Saggio – I professionisti in servizio operano in condizioni di emergenza, assistendo migliaia di pazienti con orari di lavoro eccessivi, con un ridotto ricambio generazionale e con inadeguate tutele».
La tragedia della dott.ssa Carta richiama inoltre l’attenzione sulla condizione delle donne in medicina. La parità di genere, anche nella professione medica, non può limitarsi a un principio astratto, ma deve tradursi in misure concrete di sostegno, protezione e valorizzazione delle professioniste.
«Onorare la memoria della Dott.ssa Carta – conclude Saggio – significa anche difendere il diritto delle donne a lavorare in sicurezza, senza essere costrette a sacrificare la propria salute. Perché non si può e non si deve morire di lavoro».

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Staff I-Press

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