ECM 2017: più controlli da parte dell’Ordine

ECM 2017: più controlli da parte dell’Ordine

5 Gennaio 2017 di: Ezio Campagna 0

Tempo fino al 31 dicembre 2017 per mettersi in regola, ma solo per chi ha conseguito il 50% del punteggio complessivo. Inoltre ci sarà più attenzione da parte degli Ordini: la ratio è sensibilizzare la categoria al raggiungimento dell’obiettivo formativo, ormai requisito abilitante della professione. Ci sarà quindi molta più attenzione per gli Ordini nel richiamare i professionisti che non hanno soddisfatto l’obbligo formativo avendo poi lo strumento del recupero. E’ stata questa, del resto, la volontà della determina dalla Commissione.
Per il Cogeaps (Consorzio Gestione Anagrafica Professioni Sanitarie) la ratio che sta alla base della decisione della FNOMCeO di prorogare di un anno la scadenza del triennio formativo è proprio questa. Una proroga a cui si accompagnano anche maggiori controlli ed un valore sempre più marcato per la certificazione, requisito fondamentale per carriera, scatti contributivi e impieghi. Sostanzialmente, dunque, niente più alibi per gli operatori sanitari rispetto l’obbligo formativo del programma di Educazione Continua in Medicina. Con la proroga (si potrà acquisire sino al 50% del punteggio complessivo e quindi 75 crediti al netto di riduzioni o esoneri) si apre dunque un nuovo corso per l’ECM. Il nuovo orientamento era stato già anticipato nel convegno nazionale a Roma del mese scorso che aveva messo a confronto tutti i principali “attori” dell’ECM: Ministero della Salute, FNOMCeO, Agenas, Cogeaps Commissione Nazionale ECM, medici e provider. Tutti attorno allo stesso tavolo per fare il punto della situazione e valutare le prospettive dell’aggiornamento professionale alla luce delle novità legate al nuovo triennio 2017-2019. Prima, però, chi non lo ha fatto dovrà sistemare i conti con quello passato, sfruttando la proroga di 12 mesi che scadrà dunque il 31 dicembre 2017. La proroga rispecchia uno schema molto simile a quello in uso per i Medici Competenti che per decreto hanno la possibilità di recuperare l’anno successivo alla fine del triennio. I professionisti che non avranno soddisfatto l’obbligo formativo individuale all’interno del triennio, avranno la possibilità di avvalersi di partecipazioni sviluppate nel successivo anno, comunicando al proprio Ordine o direttamente sul portale del Cogeaps, che quei crediti devono valere come recupero di quelli del triennio precedente. È, inoltre, libera facoltà del professionista decidere se, e quale, di queste partecipazioni recuperare, perché la questione del recupero è una sua ragionevole facoltà. Tra i medici che hanno ottenuto tutti i crediti del triennio 2014-2016 entro la scadenza del 31 dicembre serpeggia, però, un certo malumore per la disparità di trattamento a svantaggio dei più virtuosi. Più verifiche dunque sia per premiare il merito di chi è in regola sia per valutare eventuali sanzioni, che secondo la Legge 148 restano demandate agli Ordini. I provvedimenti derivano dalla Commissione e da altri organi che possono decidere su eventuali sanzioni o meno. Sulla carta potrebbero già esserci, sicuramente sempre nell’ottica di un equilibrio abilitante alla professione.  La certificazione ECM è ormai comunque un requisito fondamentale non solo per una questione deontologica, ma anche per elementi decisivi della professione medica come la retribuzione, la carriera e per trovare il primo impiego. Il raggiungimento degli obiettivi posti dall’obbligo formativo determina, infatti, gli scatti contrattuali dopo 5 e 15 anni oltre alla selezione e la valutazione dei dirigenti di strutture complesse.

Autore

Ezio Campagna

Consigliere Odontoiatra presso l’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri di Catania. Vice Presidente Fondazione Ordine dei Medici Chirurghi ed Odontoiatri di Catania. Coordinatore ECM Regione Sicilia per la Professione Odontoiatrica.


Email: direzioneodontoiatria@cataniamedica.it

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